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martedì 10 agosto 2010

I panni degli altri



"Atticus, forse tu ti sbagli..."
"Come sarebbe a dire?"
"Tutta la gente pensa di aver ragione e che tu abbia torto..."
"Hanno il diritto di pensarlo e hanno il diritto di far rispettare la loro opinione," disse Atticus, "ma prima di vivere con gli altri, bisogna che viva con me stesso: la coscienza è l'unica cosa che non debba conformarsi al volere della maggioranza."

Questo è un piccolo estratto dal libro "Il buio oltre la siepe", libro del 1960, premio Pulitzer, da cui fu fatto anche un film di successo, vincitore di 3 Oscar, con Gregory Peck. Non conoscevo ne l'uno ne l'altro ma grazie ad un post di JoeBlow, blog che visito spesso per la ricchezza di materiale gay e contenuti interessanti, seguendo il suo spassionato consiglio ("If you have not read To Kill a Mockingbird, it is an absolute must.  Go out and buy it today. If you’ve read it, and it’s been a while, read it again.  I think as gay men who are constantly misunderstood can take something away from a book about a harsh segregation South.  It is a remarkable book, and even if you don’t like to read, I think you will really enjoy this book.  It is truly amazing.  I can’t say that enough.")
mi son procurato sia il libro, che sto leggendo ora, sia il dvd.

Riporto anche una frase dal finale del film:

Una volta Atticus mi aveva detto "Non riuscirai mai a capire una persona se non cerchi di metterti nei suoi panni, se non cerchi di vedere le cose dal suo punto di vista" ;ebbene Io quella notte capii quello che voleva dire.
Adesso che il buio non ci faceva più paura avremmo potuto oltrepassare la siepe che ci separava dalla casa dei Radley e guardare la città e le cose dalla loro veranda.
Già, spesso dimentichiamo che le reazioni degli altri nascono da altri livelli di lettura, giusti o sbagliati che siano, formatisi per diverse esperienze.  
[1960 - No ai matrimoni interraziali] Stiamo solo proteggendo la santità del matrimonio
[2000 - No ai matrimoni gay] ...Quello che ha abbiamo detto allora
Ci pensavo proprio stamane leggendo il post di Gaihardo sul mezzo scandaletto del bacio gay in una spiaggia sarda. Pensavo all'umiliazione subita da quei due ragazzi colti in "flagranza di reato" (reato!?!) e pensavo al sussulto e al timore (infondato per quanto mi riguarda... mi vien da dire "poveretti") della coppia che ha intravisto uno scandalo in quel gesto.


Ma ecco, mi piacerebbe smorzare i toni e ribadendo il legittimo diritto della coppia gay a lasciarsi andare a tenere effusioni nei limiti di decenza concessa a qualunque coppia etero, non mi va di sostenere un atteggiamento "da crociata" contro la famigliola, di poveretti ripeto, secondo il mio filtro di lettura.
Perchè moralisti lo si può essere da entrambe le parti e vi confesso che spesso non mi ritrovo nel moralismo di molti gay (e di certo associazionismo gay) che passa dalla giusta pretesa del riconoscimento dei diritti ad un atteggiamento bigotto di scredito e insulto a chi invece non condivide le sue stesse sensibilità (attenzione... il rischio di diventare bigotti contro i bigotti c'è, eccome...). Non ho mai creduto valga la pena "rispondere con la stessa moneta" ma con un "chi più ha testa più la usi"


Come già dicevo nel commento al post di Gaihardo, personalmente credo che spesso la giusta via sta nel mezzo. La forza di affermare con coraggio il proprio pensiero (non è il mio caso... da inthecloset... mi direte "da che pulpito") ma con  il rispetto, comunque, per quello degli altri. 


Atticus, nel libro, su questo è davvero un SIGNORE e proprio in questa caratteristica e nel suo coraggio, beh confesso, ... ho molto da imparare. 

11 commenti:

  1. Sono perfettamente d'accordo con te!!
    Spesso non è lo "scandalo" di vedere due uomini che si baciano, ma la smisurata voglia di spettegolare e sogghignare con altre persone...
    Tutto ciò mi fa tristezza... Magari un giorno cambieranno le cose... Magari...

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  2. Concordo pienamente con le tue parole!
    E' veramente troppo facile cadere nel moralismo e nel "bigottismo" (esiste questa parola? se nò l'ho appena coniata).
    Ma è vero, secondo me, che bisogna lottare per quello in cui si crede...
    Io credo di non essere anormale, credo che la morale sia sempre in evoluzione!
    Gli stessi socialogi deifniscono l'amore (il più elevato dei sentimenti) un costrutto sociale... vogliamo dire che la morale non lo sia?
    Ci si deve evolvere... naturalmente con difficoltà e contrasti (certe vole anche forti...)
    Quello che ho pensato io leggendo la notizia dei due che si baciavano in spiaggia è stato: cosa ne hanno capito i bambini? con che occhi hanno visto il tutto? cosa ne hanno dedotto?

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  3. @ Kalepo - ecco, anche a me queste notizie sanno tanto di pettegolezzo. Non credo servano a creare maggior coscienza civile ma a fare in modo che gli etero scandalizzati continuino a scandalizzarsi e noi gay a stracciarci le vesti sullo scandalizzarsi degli altri. Credo che la "normalizzazione" debba passare attraverso la comunicazione dei sentimenti.

    @ Gaihardo - lottare per ciò in cui si crede è doveroso e legittimo. Ci vuole pazienza, determinazione e coraggio. Concordo in pieno. Nella lotta bisogna però imparare anche ad ascoltare le ragioni di tutti, questo atteggiamento mi sembra mancare nell'italietta di oggi: ognuno arroccato sulle proprie e indiscutibili convinzioni.
    Io penso che quei bambini abbiano respirato solo della gran confusione: la loro "tutela" è passata in secondo piano vedendo "i grandi" gridare e impuntarsi per le loro ragioni. Ma i bambini sanno anche ben cogliere le nostre incoerenze e percepire i nostri atteggiamenti isterici e pur amando mamma e papà capiranno che forse il tutto non sarebbe dovuto andar così.

    Ripeto, credo se ne esca educandoci alla comunicazione dei sentimenti.

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  4. per la cronaca:spiaggia laziale,roma. la famosa capocotta,rinomata spiaggia gay,con tanto di albero e bandiere multicolore,serate a tema. distante,parecchio,dalle spiagge classiche,confinante con una spiaggia nudista altrettanto rinomata...se ci si avventura lì lo si fa ben consci del tipo di spiaggia (forse consci del pericolo,a quanto pare). sono etero,passeggio col mio ragazzo da fin lì da ostia senza il minimo problema proprio perchè di problema non si tratta,ma se anche qualcuno nel 2010 fosse talmente limitato mentalmente da crearsi problemi quel posto non si trova per caso. punto tutto su qualche deficiente bigotto con la voglia di provocare. lui,non i due ragazzi.

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  5. @ Anonimo - condivido: qualche deficiente bigotto con la voglia di provocare. E' la risposta che diamo alla provocazione che fa la differenza.

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  6. Come per altre questioni, per me la cosa importante è un educazione alla diversità, cosa di cui l'italia è carente, perchè lasciando da parte l'omofobia di tipo criminale nella maggior parte dei casi è una reazione di paura per quello che non si conosce o che si conosce soltanto attraverso leggende e falsi miti.

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  7. @ loran - condivido in toto: reazione per quello che non si conosce. C'è sempre un motivo, più o meno valido, più o meno giustificabile, più o meno congruo. Quella che tu hai chiamato educazione alla diversità, io l'ho chiamata educazione alla comunicazione dei sentimenti ma... ci siamo capiti :)

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  8. mi hai convinto, aggiungo il libro alla lista di lettura...

    aggiungo solo che parlare di 'normalizzazione' della vita gay per essere accettati e/o riconosciuti non è il massimo: se c'è un'associazione tra essere gay e vivere - anche, non soltanto - in maniera libera o libertina, senza costrizioni sociali e in opposizione alla società stessa, perchè cancellarla?

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  9. @ anonimo - la parola "normalizzare" non è adeguata, presuppone che esista una normalità e una anormalità, ma rende l'idea rispetto a quello che si diceva e l'ho messa tra virgolette appositamente. Scusami però ma, sarò idiota, non riesco a capire il senso del tuo intervento. Puoi spiegare meglio? :)

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  10. @(in)consapevole, il post non era polemico, ovviamente...

    è riferito pindaricamente al passaggio in cui in cui parli di 'crociata contro la famigliola'. credo che sia assolutamente il minimo sindacale il riconoscimento di una coppia di qualsiasi orientamento, sessuale e non, ad avere gli stessi diritti garantiti a una coppia etero.

    così pure dovrebbe essere pacifico sentirsi, va bene non diciamo 'normalizzati', accettati. ma a parte certi estremismi, che del resto, io almeno, conosco solo per sentito dire, perchè uno stile di vita diverso dovrebbe essere accettato senza se e senza ma, finchè non invade la libertà altrui...

    e la tolleranza, parola già brutta di per sè, non dovrebbe essere un favore ma, adesso va bene come parola, la norma...

    e scusa ma ero io a essere criptico!

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  11. @ anonimo - ora è più chiaro. Non avevo letto come polemico il tuo intervento, era che non riuscivo proprio a capire la frase "...se c'è un'associazione tra essere gay e vivere in maniera libera o libertina, senza costrizioni sociali e in opposizione alla società stessa, perchè cancellarla...?"

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